pubblicata da Anna Patrizia Fiammengo - consulente WITT Italia - Napoli e dintorni il giorno giovedì 1 marzo 2012 alle ore 21.52
I N C I cos'è?
Per
capire se un prodotto cosmetico è valido o meno, è importante sapere
quali principi attivi abbia e in quale quantità. Ma ancora prima di
questo, occorre essere sicure che non sia dannoso per la pelle o per
l'ambiente!
Per capire tutto ciò è importante saper
leggere l'INCI, ovvero l'etichetta degli ingredienti. Vi sono infatti
elencati i componenti del prodotto in ordine di quantità: per primi
quelli in dose maggiore, via via poi quelli in dosi minori (1%, 0,1%
ecc.). Non commettiamo l'errore di ritenere che se un ingrediente è
autorizzato, sia automaticamente innocuo o efficace: esistono rischi di
allergia, di accumulo, di comedogenicità, persino studi scientifici
che legano alcuni ingredienti a tumori o inquinamento di fiumi e
ambiente. Quindi... occhio!
Ma per interpretare un INCI
non occorre essere chimici cosmetologi. Alcuni ingredienti o principi
attivi si ripetono in molti prodotti (ad esempio il tocoferolo, ovvero
la vitamina E), e ci sono siti appositi che aiutano nell'impresa. In
italiano il celeberrimo Biodizionario, che consente di cercare gli
ingredienti e affibbia pallini verdi, gialli o rossi a seconda della
sinteticità o dannosità. Se conoscete l'inglese, invece, c'è il famoso
Skin Deep. Potete cercare gli ingredienti, vi dice cosa sono e in che
prodotti si trovano, e dà un punteggio da 0 (sicurissimo) a 10
(evitare!), ed elenca anche gli studi scientifici che comprovano
sospette pericolosità.
Impariamo a leggere l'inci: cosa si nasconde dentro il tubetto?
Cosa si nasconde dentro il tubetto?
Petrolati,
siliconi, coloranti, conservanti, agenti schiumogeni sono tantissime
le sostanze dentro un piccolo barattolo, molte di esse non solo sono
inutili per il nostro benessere ma addirittura dannose.
I
prodotti cosmetici, i detergenti, le creme e perfino i dentifrici
nascondono "segreti" incredibili, anche se scritti sull'etichetta, il
problema: riuscire a decifrare ciò che è celato dietro nomi strani e
sigle, perché la prima difesa della nostra pelle è imparare a leggere l’INCI ovvero l’elenco delle sostanze presenti nei prodotti.
Ricordiamoci
inoltre che queste sostanze non fanno male solo a noi ma soprattutto
all’ambiente, inquinano perché disciolte nell’acqua, nell’aria, disperse
sotto forma d’involucri e contenitori.
La regola numero
uno, che ci salva in moltissime occasioni, è che il nome, l’immagine e
la pubblicità spesso non dicono la verità, non lasciamoci ingannare dai
titoli che contengono parole come “natura”, “bio” o “organico” possono
rivelarsi veri e propri specchietti per le allodole, delle “sole” a
volte persino molto costose.
Armatevi di santa
pazienza e consultate il biodizionario, uno strumento in grado di
aiutarci a riconoscere cosa si nasconde dietro la dicitura, i numeri e
le lettere. Basta digitare il nome o il codice dell’ingrediente per
scoprire se è naturale, chimico, dannoso o meno. Come il semaforo: se è
verde va bene, giallo passabile, rosso da evitare.
Altro
trucco è guardare l’ordine in cui l’ingrediente e messo: se in
etichetta c’è scritto che lo shampoo è all'ortica ma l’ortica non è
indicata o è all’ultimo posto in fondo all'elenco, l’unica sicurezza è
che di ortica non vi è traccia in quel tubetto.
La rete offre tantissimi punti di riferimento e guide per imparare l’arte della lettura dell’inci.
Per iniziare ecco un piccolo vademecum di sostanze a cui dire BASTA:
- Petrolatum, paraffinum liquidum derivati dal petrolio, nemici della pelle perché non lasciano traspirare l’epidermide, la inaridisce contrastando la naturale idratazione, danno l’illusione di liscezza e morbidezza, in realtà sono solo apparenza e ostruiscono i pori. I derivati del petrolio sono ovunque purtroppo, creme per il viso, oli per il corpo, balsami per capelli e persino per prodotti per le labbra chiamati erroneamente burro cacao, che di burro cacao non hanno nessuna traccia.
- Le sostanze che finiscono in - one, altro non sono che siliconi, il balsamo per i capelli è un esempio tra tutti. Chioma morbida e districabile grazie a sostanze che seccano il fusto e appesantiscono il capello.
- Methyl, Propyl, Butyl, Ethyl Paraben: I parabeni sono conservanti che possono creare reazioni allergiche inaspettate.
- Tea e Dea: le due sorelle cattive. Diethanolamine (DEA), Triethanolamine (TEA) emulsionanti o agenti schiumogeni in saponi e shampoo, causa occhi irritati e pelle secca desquamata.
- Sodium Lauryl/Laureth Sulfate, sono sostanze tensioattive contenute nei più comuni prodotti lavanti per i capelli, molto aggressive se non bilanciate adeguatamente con altre sostanze, depauperano lo strato lipidico della cute a tal punto da seccarlo e irritarlo, altro che forfora!
- Parfum: profumo sì, ma sintetico. Crea allergie e rush cutanei, perfettamente inutile in molti casi, ben inserito in tanti prodotti pseudo naturali.
- Tetrasodium EDTA sostanza molto inquinante per i mari, la fauna e la flora.
- E 211 sodio benzoato e molti altri ingredienti con la lettera E seguita da una sigla numerica; sono additivi. Nei dentifrici comuni, anche delle marche più prestigiose possono essere tantissimi, evitarli è possibile grazie dentifrici alternativi in vendita anche nei supermercati, perché usarli allora?
- Colore 42090 è un esempio di colorante sintetico, usato per rendere più gradevole il prodotto alla vista e invogliare il consumatore, del tutto accessorio.
Questa
è una piccolissima guida per districarsi in un mondo molto ampio, come
sempre la conoscenza e l’approfondimento aiuta noi e l’ambiente.
Ci
vuole buon senso e molta pazienza, ricordiamoci inoltre che leggere
l’etichetta è importante non solo per i cosmetici ma anche per gli
ingredienti dei cibi, le insidie si annidano anche in quello che
mangiamo.
(estratto da http://ecodelleco.blogspot.com)
Witt Italia produce in proprio:
I
Consumatori hanno apprezzato la chiarezza dell’informazione Witt, con
etichette complete di tutte le formulazioni, data di produzione e
scadenza e lo sforzo di fare prodotti altamente concentrati per un
maggior “risparmio” e un minor inquinamento. Il passo successivo è
stata una logica conseguenza di tutto questo, anche su richiesta degli
stessi consumatori.
Perché non applicare la stessa cura e
produrre anche prodotti per la persona? Nasceva così
la Cosmetica Witt per “dare alla pelle quello che la pelle conosce” che
vuol dire niente “miracoli”, ma prodotti che attingono, dalla “natura”
e dalle “ricette tradizionali” unite alla ricerca scientifica, quello
che serve per mantenere e ritrovare il naturale benessere della pelle e
del corpo.
Solo materie
prime vegetali, completamente naturali, pure al 100%, senza Peg,
parabeni, coloranti, oli minerali, siliconi, no ogm, non testato sugli
animali, dermatologicamente testato presso il Centro di Cosmetologia
dell'Università di Ferrara.
Sul sito
aziendale www.witt.it, per ogni prodotto, è chiaramente indicato l'INCI
come è riportato anche sulle confezioni al pubblico.